HomeDirittoTaormina avverte il ministro Bonafede: «Potrebbe rispondere di omicidio»

Taormina avverte il ministro Bonafede: «Potrebbe rispondere di omicidio»

In un lungo post pubblicato su Facebook, l’avvocato Carlo Taormina pone una serie di domande all’attuale ministro della Giustizia Bonafede e avverte: “Lei potrebbe rispondere di omicidio”.

“Vorremmo sapere quanti sono i contagiati nelle carceri tra detenuti e personale penitenziario e vorremmo sapere se si sia verificata la morte di qualcuno. Vorremmo anche sapere, se le infermerie delle carceri siano dotate di respiratori, di letti per terapia intensiva e di personale medico e infermieristico adeguato”.

E ancora: “Se le carceri siano in grado di rispettare le regole oggi operanti contro il coronavirus, in particolare la distanza di almeno un metro tra un detenuto e l’altro. Se le carceri dispongano di locali in cui, in caso di isolamento per coronavirus, si possano collocare i detenuti contagiati”.

Taormina fa presente al ministro che “i detenuti sono cittadini come gli altri”  e che l’Italia, oltre a essere stata condannata per tortura, deve fare i conti con un grave problema di sovraffollamento.

L’avvertimento di Taormina al ministro della Giustizia

“Caro Ministro Bonafede – continua l’avvocato – lei ha fatto approvare una legge per cui possono essere collocati in detenzione domiciliare coloro che devono scontare pene non superiori a 18 mesi, imponendo anche il braccialetto elettronico. La norma non è applicata!”.

In questi giorni di emergenza, nelle carceri italiane ci sono state diverse rivolte e Taormina ha chiesto un intervento immediato al ministro della Giustizia per evitare che ce ne siano altre.

Poi l’invito a “controllare i tribunali di sorveglianza che si ostinano a non applicare le misure alternative in virtù delle quali, un terzo di detenuti potrebbe scontare la pena a casa o in affidamento in prova”.

Sarebbe necessario – secondo l’avvocato – mettere mano a un decreto legge che collochi in arresti domiciliari tutti i detenuti in attesa di giudizio e che consenta di curare i detenuti contagiati presso gli ospedali pubblici.

Nel concludere il post segnala “che se dovesse crepare un detenuto per coronavirus in carcere, lei potrebbe rispondere di omicidio e di un bel reato ministeriale!”.