Il nuovo protocollo delle scuole in Francia prevede che i compagni di classe di un alunno positivo potranno proseguire le lezioni in presenza.
Da martedì scorso vi sono nuove regole in caso di contatto con studenti portatori di SARS-CoV-2 nelle scuole materne ed elementari.
Mentre 2.000 aule e 76 scuole elementari sono attualmente chiuse in tutto il Paese, il Ministro dell’Educazione francese ha annunciato che le misure sanitarie per il COVID-19 saranno allentate.
D’ora in poi l’individuazione di un alunno che risulta positivo al COVID-19 non porterà più automaticamente alla chiusura della sua classe.
Scuole in Francia: classi chiuse solamente se vi saranno 3 alunni positivi
Dal 22 settembre ha preso quindi il via il nuovo protocollo nelle scuole in Francia, che dovrebbe favorire uno svolgimento delle lezioni senza troppe interruzioni.
Se un alunno presenta sintomi e il test darà esito positivo, solo quello studente sarà messo in quarantena per sette giorni.
Gli altri studenti, anche se sono stati a contatto con lui, non saranno costretti a fare lo stesso. Affinché una classe possa essere chiusa, dovranno essere individuati tre casi di famiglie diverse. Anche gli insegnanti venuti a contatto con uno studente positivo non dovranno isolarsi.
L’obiettivo dichiarato di queste misure, che arrivano tre settimane dopo l’inizio dell’anno scolastico, è quello di evitare inutili chiusure e di mantenere aperto il maggior numero possibile di classi e scuole in Francia, anche se l’epidemia è di nuovo in aumento.
La decisione si basa su un nuovo parere dell’Alto Consiglio della sanità pubblica (HCSP) di giovedì 17 settembre.
Secondo il team di circa 100 scienziati e medici, è improbabile che i bambini sviluppino forme gravi della malattia e inoltre non sono molto attivi nella trasmissione.
“Il rischio di trasmissione esiste principalmente da adulto ad adulto e da adulto a bambino, ma raramente da bambino a bambino o da bambino ad adulto“, ha scritto l’HCSP.
Gli esperti si affidano alla pubblicazione di studi che dimostrano che i bambini non sono i principali vettori del virus.
“In 9 casi su 10, sono gli adulti malati a contaminare i bambini, e non il contrario“, dice Robert Cohen, vicepresidente della Società pediatrica francese.
Cohen ha condotto una ricerca con altri 27 pediatri su 605 bambini sotto i 15 anni nella regione parigina.
A giugno uno studio simile, finanziato dall’Istituto Pasteur e condotto su 1.340 persone a Crépy-en-Valois, ha evidenziato le stesse conclusioni: non vi è nessuna trasmissione significativa del virus tra i bambini o dai bambini agli insegnanti.
No ai test massivi su alunni e docenti: occorre dare la priorità alla socialità e alla vita scolastica
Il Ministro dell’Educazione Jean-Michel Blanquer si è opposto all’idea di fare test PCR a tutti gli insegnanti, come richiesto dal sindaco di Nizza, Christian Estrosi.
“Non ha senso, a questo punto il test dovrebbe essere ripetuto ogni giorno“, precisa. Secondo il Ministro, la priorità oggi deve essere quella di recuperare il ritardo scolastico.
Ovunque ci sono sempre più segnalazioni di insegnanti che descrivono un inizio caotico dell’anno scolastico, con bambini i cui livelli sono drasticamente peggiorati.
La segretaria generale del primo sindacato degli insegnanti delle elementari (SNUipp-FSU), Guislaine David, ha detto a “Le Figaro” che “le abitudini sono difficili da rimettere a posto. Alcuni studenti si perdono nella vita della comunità. Altri hanno una capacità di attenzione indebolita“.
Il numero di classi e scuole chiuse dovrebbe quindi diminuire nei prossimi giorni. Rimane l’obbligo per i docenti di indossare le mascherine chirurgiche, mentre per gli alunni più piccoli non è necessario.
È obbligatorio solo a partire dall’età di 11 anni, cioè dal sesto anno, che in Francia è il primo anno di scuola secondaria.