“L’assistenza covid impone una carenza assistenziale estremamente elevata”. A pronunciare queste parole è stato Matteo, un operatore sanitario intervistato da Radio Radio.
“Noi – ha detto – per entrare in una stanza dobbiamo perdere cinque minuti per imbardarci. Dopodiché, nell’arco dell’intera giornata, il numero di volte che si può assistere un paziente per una qualsiasi chiamata è estremamente scarso”.
Matteo ha spiegato: “Se la stessa assistenza la do, in questa maniera così scarsa, anche a un anziano che non ha il covid, dopo venti giorni mi muore”.
Poi ha commentato i primi protocolli del Governo. “Dire Tachipirina e vigile attesa vuol dire ammazzare la gente. Quelli che avevano il covid sono arrivati già gravi, più la carenza assistenziale, più le patologie… E allora quei 140mila decessi li vogliamo chiamare covid?”
Operatore sanitario: “Pieno di colleghi che si fanno i tamponi”
Matteo non si è risparmiato nemmeno sui vaccini: “Mi risulta che una collega, dopo aver fatto il cosiddetto vaccino, è sterile. Un’altra collega, che ha fatto la terza dose, adesso è a casa in quarantena. Sono pieno di colleghi che si fanno i tamponi”.
E ancora: “Non ne posso più di questa pandemenza. Mettetevi da parte i dati per interpretare la pandemenza e vedrete che la pandemia la superate”. Foto: YouTube