Tra gli ospiti in studio della puntata di ieri sera a Zona Bianca, il programma di Giuseppe Brindisi, c’erano la senatrice Licia Ronzulli (FI) e i giornalisti Borgonovo e Caprarica.
Il conduttore ha chiesto alla senatrice di commentare le parole pronunciate da Mario Monti che, a proposito dell’informazione, disse: “Bisogna trovare delle modalità meno democratiche”.
Parole che hanno suscitato non poche polemiche. “Si, sono d’accordo con lui – ha commentato la Ronzulli – l’informazione dovrebbe essere meno democratica. Però mi spiego perché non vorrei essere subito attaccata”.
Secondo la senatrice: “Non tutti possono parlare liberamente del virus, non tutti possono liberamente parlare delle complicanze del virus, della terapia, di tutto quello che riguarda la scienza”.
Licia Ronzulli: “Spazio misurato anche in Tv”
“Ognuno deve fare il suo mestiere” ha continuato. “Anche all’interno delle trasmissioni lo spazio dev’essere in qualche modo misurato. Se l’87% degli italiani si è vaccinato vuol dire che crede nella scienza”.
La Ronzulli evidentemente non si è accorta che, senza il vaccino, la gente non può neanche lavorare.
A questo punto Brindisi ha lasciato la parola a Francesco Borgonovo. “Se applicassimo le regole di Monti – ha spiegato il vice direttore de La Verità – probabilmente neanche la Ronzulli potrebbe parlare del virus”.
In collegamento c’era anche il professore Ugo Mattei, che ha parlato di “cittadinanza matura, capace di filtrate le informazioni attendibili o non attendibili”. Poi ha aggiunto che anche nei programmi mainstream si ascoltano un mucchio di bufale riguardo ai numeri.
“C’è stata sicuramente una strutturazione terroristica, nel senso etimologico del termine, dell’informazione relativa a questa pandemia. Nel senso che, purtroppo, le persone sono state effettivamente terrorizzate per molti mesi con dati che non sempre corrispondono alla verità”
Per Mattei è necessario che tutti tirino un sospiro profondo e imparino a rispettare le posizioni differenti. “Penso che sia stata una conquista del liberalismo costituzionale quella di garantire la libertà di stampa e il pluralismo. Invocare, come fa Monti, un giro di vite rispetto alla libera informazione, costituisce sicuramente una regressione da un punto di vista culturale e politico”. Foto: Mediaset