HomeDirittoRisarcimento danni: causa al governo arriva in Parlamento e si mette male

Risarcimento danni: causa al governo arriva in Parlamento e si mette male

L’avvocato Mauro Sandri ha elencato in Parlamento le motivazioni della causa per il risarcimento danni: «Sollecitiamo l’intervento della magistratura».

La deputata Sara Cunial ha organizzato una conferenza stampa alla Camera intitolata “Emergenza Covid: norme illegittime, richiesta risarcimenti danni al governo italiano”. I relatori erano l’avvocato Edoardo Polacco e l’avvocato Mauro Sandri.

Secondo Sandri le scelte del governo per contrastare l’emergenza sanitaria hanno provocato gravi e diffusi danni alla comunità.

«I danni causati a ciascun cittadino e all’economia sono stati, e continuano a essere, di dimensioni paragonabili a quelli di un conflitto bellico. Sono danni morali e materiali senza precedenti».

L’avvocato Mauro Sandri ha condannato le limitazioni in termini di libertà del cittadino ma anche la privazione degli affetti e la sottrazione dei copri dei defunti. «Tutto ciò per una sindrome influenzale ascesa a emergenza».

Poi ha presentato i dati oggettivi, scientificamente verificati, che hanno dato il via all’iniziativa legale

Risarcimento danni: sotto accusa il sistema sanitario

Ha iniziato confrontando la mortalità degli ultimi cinque anni. In Germania, nonostante il SARS-CoV-2, non si è registrato alcun eccesso di mortalità.

In Italia invece si è verificato un picco anomalo tra marzo e aprile. «Se il virus è identico in entrami i Paesi, e scientificamente non vi può essere dubbio, si sarebbe dovuta verificare una medesima o una similare mortalità».

L’unica possibile spiegazione a questi dati così diversi è una «deficienza gestionale del sistema sanitario».

Da un grafico OCSE sulla disponibilità dei posti letto in terapia intensiva, risulta che l’Italia era al 19° posto, ampiamente sotto la media.

L’avvocato ha accusato il governo di non aver aumentato i posti in terapia intensiva nonostante avesse avuto tutto il tempo per farlo.

«L’influenza era nota da dicembre 2019. Il governo italiano aveva dichiarato l’emergenza il 30 gennaio e aveva immediatamente varato il Comitato tecnico scientifico».

Quando in Italia è stato dichiarato lo stato di emergenza erano disponibili 5.090 posti letto di terapia intensiva per una popolazione di 62 milioni di abitanti.

«Tale esigua e irrilevante capienza è rimasta immutata durante tutto il periodo temporale, anche durante il picco del Covid. Se di fronte all’arrivo annunciato di una tempesta non si stringono gli ormeggi, la barca affonda ed è quello che è accaduto e che continua ad accadere».

Tornando alla Germania, l’avvocato ha evidenziato che i loro 24.000 posti letto in terapia intensiva sono stati implementati fino a 49.000 già a gennaio.

«Per questo non c’è stata mortalità in eccesso, perché hanno semplicemente curato i pazienti, incrementando l’efficienza del sistema sanitario».

Incapacità di coordinamento del sistema sanitario

Oltre al mancato potenziamento, il governo italiano non è stato capace di coordinare il sistema sanitario nel suo complesso.

L’avvocato Mauro Sandri ha spiegato che, mentre le terapie intensive erano al collasso in Lombardia, in altre regioni i posti erano vuoti o ampiamente capienti.

«Per spettacolarizzare un’emergenza, che si sarebbe potuta gestire con l’ordinaria diligenza, si sono mandati i pazienti italiani a Lipsia con gli aerei mentre a Bologna, Forlì, Como e altrove erano disponibili posti che avrebbero consentito di accoglierli».

Questa negligenza organizzativa ha obbligato i medici, che lavoravano nelle terapie intensive al collasso, a dover scegliere quali pazienti curare e quali lasciare al loro destino. «Quindi ha determinato direttamente i morti in eccesso che si sono verificati».

«Le famiglie dei deceduti per Covid dovrebbero indagare espressamente questa circostanza. Se fosse vero quello che autorevoli medici affermano, si aprirebbe uno scenario di responsabilità penali ben diverso rispetto a quello fino ad ora prospettato dell’inevitabilità dei decessi per Covid, anche in caso di persone anziane».

Per l’avvocato Mauro Sandri a creare l’emergenza sono stati quegli stessi politici che l’hanno poi utilizzata, e la stanno ancora utilizzando, per imporre misure inutili e inadeguate.

«Da questi comportamenti, dolosi o colposi decideranno i giudici, discende la domanda di responsabilità avanzata nei confronti degli organi ma anche degli uomini di governo».

Risarcimento danni: misure basate sui contagi

Mentre prima il focus emergenziale era basato sul numero dei morti adesso, per giustificare l’emergenza e il lockdown, usano il numero dei contagi.

L’avvocato ha affermato che «una malattia che si esaurisce senza causare decessi non può ritenersi tanto grave da determinare la compressione di primari diritti costituzionali».

La scuola, il lavoro, l’economia e la libertà costituzionale sono minati da una patologia che adesso, in termini di mortalità, è marginale.

Inoltre, se l’allarme è ancora dovuto all’inefficienza organizzativa del sistema sanitario, non ha niente a che fare con la pericolosità del virus.

«Murare la gente sana all’interno delle case e disintegrare le attività lavorative, quando non vi è nessun decesso di persone in detta età, non risolve il problema di fondo dell’inadeguatezza del sistema sanitario. Non ha nessun senso lavorare sugli effetti mantenendo immutate le cause».

L’avvocato Mauro Sandri ha aggiunto che non può essere applicato il principio di precauzione dato che il numero dei contagiati da Covid è irrilevante rispetto ai milioni di contagiati delle influenze passate.

Quindi il governo amplifica il terrorismo in modo da convincere la popolazione di essere di fronte a un nemico terribile.

«I medici consultati dal governo hanno portato alla fallimentare gestione sanitaria italiana. Il governo non può e non potrà addurre alcuna scusante per la scelta di avvalersi di consulenti inadeguati».

L’avvocato Sandri ha citato i medici che non sono ascoltati e per cui il governo dovrà rispondere per negligenza informativa.

Medici di base e Pronto Soccorso

Un’altra mossa che ha influito enormemente è stata quella di cancellare il filtro dei medici di base. I cittadini, terrorizzati da sintomi anche lievi, hanno iniziato a intasare i Pronto Soccorso. «I medici sono sotto pressione e preferiscono ricoverare che agire con criteri più corretti».

Mentre nel resto d’Europa il 10-20% degli anziani viene curato con assistenza domiciliare, in Italia questa percentuale è del 2,8%.

«La mortalità è limitata a fasce di età sopra il livello di aspettativa media di vita». Come ha anche affermato Bernabei del Cts: «La Covid è una malattia normale che, come ogni malattia infettiva, colpisce gli anziani in quanto più fragili, tanto più se sono già malati».

Il governo avrebbe violato l’articolo 32 della Costituzione «perché è venuto meno ai suoi obblighi di tutela della salute». Ma anche l’articolo 35 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea non garantendo lo standard di cura adeguato previsto.

La distruzione della libertà fondamentali e dell’economia non servono a raggiungere l’obiettivo che hanno dichiarato di voler raggiungere.

Per l’avvocato Mauro Sandri c’è un’unica soluzione: «Rafforzare il sistema sanitario e dirigere ogni risorsa verso una gestione mirata solo alle fasce di età effettivamente coinvolte».

Bisogna prendere le distanze dall’ipotesi di un nuovo lockdown e sollecitare l’intervento della magistratura contro chi lo invoca.

«Il risarcimento del danno che noi chiediamo ha il valore di garantire la sopravvivenza della coesione dell’istituto intero della nostra società e di compattare e far convergere su un obiettivo positivo ma soprattutto concreto le energie e le elaborazioni straordinarie che sono in campo. Per questo motivo l’abbiamo definita una causa per la ricostruzione». Foto: YouTube