HomeSaluteAbbiamo provato a leggere il bugiardino di un tampone: è tutto normale?

Abbiamo provato a leggere il bugiardino di un tampone: è tutto normale?

Sono molte le polemiche sul test diagnostico che rileva la positività al SARS-CoV-2. Abbiamo provato a cercare qualche risposta nel bugiardino di un tampone.

Alcuni esperti sono arrivati ad affermare che il tampone non serva a nulla, come per esempio il dottor Amici e il dottor Scoglio. Mentre altri ne hanno ridimensionato l’efficacia come il dottor Bassetti.

L’infettivologo del Policlinico San Martino di Genova ha dichiarato: «Consideriamo, per quanto riguarda i campioni, fino al 30% può essere un falso negativo, se poi ci mettiamo gli errori umani ecco che il tampone può essere un falso negativo fino al 50% dei casi».

Il dottor Amici ha parlato dello stesso 50%: «I laboratori di analisi, quando rilasciano i risultati, scrivono a chiare note che il tampone è attendibile solo entro una certa percentuale».

Invece il dottor Scoglio sostiene che il tampone sia pressoché inutile perché il virus non è mai stato veramente isolato.

E cita un documento della Commissione Europea che informerebbe che in Europa vengono eseguiti 78 tipi di tamponi e 110 tipi di test sierologici tutti non valutati, non verificati e non autorizzati.

Abbiamo provato a leggere il foglietto illustrativo di un tampone, precisamente l’Xpert Xpress SARS-CoV-2.

Bugiardino del tampone: cosa ci dice?

1 – In Uso previsto è indicato che «I risultati positivi sono indicativi della presenza di RNA del SARS-CoV-2». Quindi il tampone non indicherebbe la presenza del virus ma quella dell’RNA del virus. Considerando che nel nostro corpo vivono stabilmente migliaia di miliardi di virus (fonte) sorge un dubbio: se l’RNA è una catena di nucleotidi, possiamo essere sicuri che la presenza di una catena di nucleotidi uguale a quella del SARS-CoV-2 sia la prova della presenza del virus? Se stiamo cercando un elefante e troviamo un pelo grigio, possiamo dire che abbiamo trovato la prova della presenza dell’elefante oppure quel pelo potrebbe appartenere anche ad altri animali?

2 – Subito dopo è indicato che, nonostante la positività, «per determinare lo stato di paziente infetto è necessaria la correlazione clinica con l’anamnesi e con altri dati diagnostici del paziente stesso». Sembrerebbe quindi che la sola positività del tampone non sia sufficiente a determinare la malattia. Dunque ci pare di capire che, seguendo queste indicazioni, i cosiddetti asintomatici non dovrebbero essere considerati “pazienti infetti”.

3 – Altra parte interessante: «I risultati positivi non escludono la presenza di infezioni batteriche o di infezioni concomitanti da altri virus. L’agente rilevato potrebbe non essere la causa concreta della malattia». Se abbiamo capito bene, potrebbe accadere che una persona abbia sintomi influenzali, faccia il tampone e risulti positivo. Ma in realtà la causa della malattia potrebbe non essere il SARS-CoV-2. E quindi che senso ha fare il tampone?

Nella sezione Limitazioni del bugiardino del tampone viene ripetuto che: «Questo test non è in grado di escludere malattie causate da altri agenti patogeni batterici o virali».

4 – Le cartucce contenenti i reagenti per la RT- PCR sono monouso e «isolate ermeticamente nel contenuto. Il rischio di contaminazione crociata tra i campioni è ridotto al minimo». Quindi il rischio è minimo ma non è esclusa la contaminazione.

Se la nostra interpretazione del bugiardino fosse corretta, ci appare eccessiva la rilevanza che viene data a questo test. Foto: Facebook