Non si fermano i video-messaggi contro le misure per le imprese adottate dal governo: una partita IVA si rivolge direttamente al presidente del Consiglio Conte.
Il malcontento degli italiani comincia a essere tangibile e lo dimostrano i tanti video che si trovano sul web di imprenditori, professionisti, titolari di attività che vivono veri e propri incubi.
Le promesse del governo sono tante ma quello che emerge dai video di questi italiani fa capire che le promesse rimangono tali.
Questa volta a metterci la faccia è Francesca Gentile, professionista e titolare dello “Studio Consulenza Gentile” di Milano.
Le parole dell’ennesima partita IVA contro Conte
Francesca Gentile nel video rimane molto calma anche se è evidente il rammarico contenuto nel suo discorso.
«Dopo anni di sacrifici e di incertezza economica, circa un anno fa, sono riuscita ad aprire il mio studio professionale di consulenza dove collaborano avvocati, commercialisti, notai, consulenti del lavoro e un Caf», ha iniziato così il suo messaggio per Conte.
La titolare dello studio continua chiedendo delle risposte chiare: «Quando la sentiamo parlare in televisione, caro presidente, l’Italia sembra un paese che vuole lottare, che sta cercando in tutti i modi le misure per aiutare i cittadini e le imprese in difficoltà, emanando decreti e misure straordinarie che però, ahimè, quando si spengono i riflettori della conferenza stampa rimangono sospesi senza essere attuati».
Lo studio Gentile ha scelto di sospendere tutti i pagamenti dei clienti fino a Luglio 2020, certi di ricevere il sostegno necessario dallo Stato: «L’amara realtà è che non abbiamo avuto alcun tipo di aiuto da nessuna parte».
Continua affermando che l’80% degli assistiti dello studio non ha ricevuto il bonus da 600 euro destinato ai lavoratori autonomi e alle partite Iva, lei compresa.
Francesca Gentile ha quindi contattato l’INPS per avere spiegazioni per se stessa e per i suoi assistiti: «L’impiegata mi ha spiegato che sono finiti i primi fondi, che le domande sono state molte più del previsto e che devo avere pazienza».
La professionista ha poi continuato il suo messaggio per Conte: «Solo il 40% degli aventi diritto ha avuto i soldi e questo lo trovo incivile e la invito a intervenire immediatamente».
Altro capitolo: banche e prestito garantito
«Caro premier, per rendermi conto ho sperimentato su me stessa e ho chiamato la banca dello studio per attivare il prestito, perché è di prestito con interessi che si parla, non di aiuto».
La banca ha subito spiegato che non basta il modulo messo in circolo dal governo ma che serve anche tutta la loro modulistica e ogni banca decide per sé.
La professionista, rivolta a Conte, aggiunge:«Deve intervenire immediatamente. Se il modulo è uno, è uno per tutti. Se è garantito al 100% e subito disponibile, obbligate le banche a erogare».
«Le banche si rifiutano di sospendere i mutui dicendo che è a loro discrezione decidere a chi sì e a chi no», ha aggiunto.
«Le chiedo, premier, delle risposte sincere e soprattuto le chiedo quando ci darete qualcosa. Quando magari anche voi vi toglierete qualcosa».
Poi ha aggiunto: «Abbiamo bisogno che sospendiate con un decreto le tasse del 16 luglio. Come possiamo pagare tasse su un fatturato del 2019 e un anticipo sul 2020 che è a zero? Come possiamo fare a ripartire?».
«La prego, metta in pagamento queste 600 euro e le casse integrazioni. Obblighi le banche a operare secondo le direttive e a non creare problemi o inventarsi moduli e iter burocratici non necessari. Muovetevi perché noi non possiamo più permetterci di stare fermi».
Cartelle esattoriali: ma non erano sospese?
Nello sfogo contro Conte, la professionista ha raccontato che gli assistiti del suo studio hanno ricevuto dalle Agenzie delle Entrate di Como e Milano cartelle con ingiunzioni.
«Le persone non sanno come sospendere le rate in essere che voi avevate dato come garantite e sospese», ha affermato Federica Gentile.
Poi rivolta a tutti gli esponenti politici ha chiesto: «Intervenite per favore, perché la sensazione è più quella di essere perseguitati che aiutati dallo Stato».