HomeLe opinioni di Oltre TvNonno suicida: «Non posso vedere mio nipote, non ha senso vivere così»

Nonno suicida: «Non posso vedere mio nipote, non ha senso vivere così»

Nonno si suicida a Savona perché sopraffatto dalla solitudine e dallo sconforto dell’isolamento che non gli permetteva neanche di vedere il suo nipotino.

Questo periodo di restrizioni conta già diversi suicidi. Lo stress psicologico comincia ad avere un peso importante.

Per chi vive da solo, lo sconforto può prendere il sopravvento dopo più di un mese senza uscire.

L’ultimo riguarda un nonno che non ha retto alla solitudine e si è buttato dalla finestra lasciando un biglietto: «Non riesco a vedere il mio nipotino. Non ha più senso vivere così».

Dall’inizio delle restrizioni i suicidi sono aumentati. Isolamento, perdita del lavoro, mancanza della famiglia, paura del contagio, sono solo alcuni dei motivi che hanno portato molte persone a scegliere questa tragica fine.

Come ha riportato Il Secolo XIX, nella sola provincia di Savona, oltre al nonno suicida, è stato registrato un numero crescenti di casi nell’ultimo mese, soprattutto tra gli anziani.

Ma altri sono stati segnalati in tutta Italia, come i tre suicidi avvenuti in quindici giorni nel salernitano, e chissà quanti di cui non siamo a conoscenza.

Probabilmente sottovalutiamo che tante persone costrette a stare in casa soffrivano precedentemente di problemi di depressione che questo isolamento ha solo peggiorato.

Nonno suicida: l’ultima vittima di queste restrizioni

Il Ministero della Salute ha istituito un supporto psicologico per chi è in difficoltà in questo momento di emergenza ma in alcuni casi potrebbe non essere sufficiente.

Oltre allo stress psicologico, dobbiamo sommare quelli per cui la restrizione diventa un’occasione di pericolo. Basti pensare al recente caso di Lorenza Quaranta e di tutte le donne e i bambini vittime di violenza ma costretti a restare in casa.

Per non parlare delle vittime economiche come i padri di famiglia che hanno perso il lavoro.

È giusto quindi occuparsi dell’emergenza sanitaria ma le istituzioni dovrebbero salvaguardare anche queste persone che soffrono e che potrebbero incrementare il numero di morti, senza aver contratto alcun virus.