L’utilizzo del plasma non è una novità, lo sa bene il medico Giuseppe De Donno che, intervistato da Panorama, puntualizza: “Noi abbiamo sviluppato con nostre regole il protocollo usato per Ebola e Sars seguendo la metodologia di lavorazione del plasma data dall’Istituto Nazionale Sangue”.
Il dottore ricorda che durante la sperimentazione, su 48 pazienti malati Covid con grave insufficienza respiratoria, nessuno di questi è morto e, anzi, sono guariti e tornati a casa.
Alla domanda della giornalista, se si fosse fatto un’idea sul putiferio che si è scatenato intorno a questa vicenda, De Donno risponde che qualche dubbio gli è venuto.
Il medico fa notare che per circa due mesi lui e il suo staff non sono stati presi in considerazione mentre adesso è stato convocato in Senato e al Parlamento Europeo: “Se ci sono dei perché li dovrebbe spiegare il Ministro e, se il Ministro è distratto, fa un danno al Paese”.
Poi De Donno risponde su uno dei punti più discussi, ovvero la possibilità che la trasfusione possa comportare dei rischi di infezione.
“I donatori del plasma iperimmune seguono le stesse regole di controllo dei donatori del sangue in generale e la nostra rete di donazione è una delle più sicure al mondo”.
Anche in questo caso tira in ballo il Ministro della Salute, dal quale si sarebbe aspettato un intervento “per preservare la dignità dei suoi medici dei suoi ospedali”.
Polemizza anche con qualche scienziato, che evidentemente pensa di avere a che fare con “dei ciarlatani che lavorano di nascosto e senza controlli”.
Il medico Giuseppe De Donno: “Per un’alternativa ci vorranno mesi”
Per poter utilizzare il plasma bisogna chiedere l’autorizzazione al Comitato etico, compilare 5 moduli e fare una relazione per ogni paziente, trafila che per De Donno rappresenta un problema.
“Ma le sembra un Paese normale questo?” chiede il medico al giornalista. “Tutto dipende da qual è l’obiettivo della politica: se osteggiare l’uso del plasma o incentivarlo”.
Per trovare una valida alternativa al plasma ci vorranno mesi e “nel frattempo – chiede De Donno – noi medici che facciamo?” Al termine dell’intervista si dichiara una persona libera e non disposta a farsi mettere il bavaglio.
“Ho visto troppa morte. Ho visto anche la morte evitabile e questo pensiero mi ossessiona tutte le notti e non mi fa dormire. Per questo ogni piccola cosa fatta per salvare una vita è una missione su cui unirsi e non dividersi. Per questo io mi arrabbio e vorrei un Paese diverso da quello in cui vivo”. Foto: YouTube – Wikipedia