Fabrizio Marchetti muore a 32 anni per un arresto cardiaco ma i media attribuiscono le cause del decesso al Coronavirus. Nessun tampone né autopsia: ecco tutta la verità raccontata da un’amica della famiglia.
“Coronavirus, muore Fabrizio Marchetti, barista di Nova Milanese: aveva 32 anni”, titola Il Corriere. Sulla stessa linea anche TPI: “Coronavirus, in Brianza una delle vittime più giovani: Fabrizio aveva solo 32 anni”.
“Coronavirus, morto Fabrizio Marchetti a 32 anni: è una delle vittime più giovani” scrive invece Fanpage. Chiunque abbia letto questi titoli avrà pensato che Fabrizio fosse morto per il coronavirus.
Invece cosa sappiamo? Aveva fatto il tampone? Aveva iniziato a stare male già da mesi? Lo abbiamo chiesto a un’amica di famiglia, Simona Erba, che in un commento ha denunciato la cattiva informazione da parte dei media sulla morte di Fabrizio.
Fabrizio Marchetti è morto d’infarto
Ciao Simona, sta circolando la notizia che Fabrizio Marchetti, un 32enne di Nova Milanese, sarebbe morto per il coronavirus. Lei conosceva il ragazzo? “Si sono amica di famiglia”.
La morte è avvenuta il 13 marzo. Lei ha sentito la sua famiglia dopo la tragedia? “Li sento tutti i giorni e mi occupo della situazione”.
Sui social gira un suo commento nel quale scrive che, ad oggi, ancora non si conosce la causa della morte di Fabrizio. Conferma il contenuto di quel commento? “Si”.
La famiglia di Fabrizio come ha reagito di fronte a questi titoli? “Abbiamo fatto una smentita che in molti hanno corretto ma altri no. Purtroppo qualcuno ha erroneamente detto e postato cose non vere e da lì sono partiti tutti a scrivere”.
Raccontaci come è andata. “Fabrizio non stava bene da tempo ed è morto per un infarto. In merito al tampone, non abbiamo la certezza che sia stato fatto ed è per questo che aspettiamo l’autopsia”.
“Tutto un po’ fumoso e poco chiaro”
Questa è la ricostruzione del Corriere:
«Nei primi giorni di marzo il giovane ha iniziato ad accusare i sintomi di una violenta influenza: tosse, febbre alta, un forte malessere. Nella notte tra il 5 e il 6 marzo si è sentito male: un’ambulanza lo ha trasportato d’urgenza all’ospedale San Gerardo di Monza per una violenta crisi respiratoria. Il tampone al quale il giovane è stato sottoposto è stato inequivocabile: coronavirus».
È possibile che la famiglia non sappia se il tampone sia stato fatto o meno e i giornalisti conoscano il risultato “inequivocabile”?
“Tutto sbagliato. Fabrizio non stava bene dal giorno 10, era stanco e spossato. Gli hanno dato da prendere dei farmaci e da lì ha cominciato a peggiorare. La notte tra il 12 e il 13, mentre era in casa, ha avuto un arresto cardiaco. Sono intervenuti i medici ed è stato portato via. Da quel momento non è stato chiaro nulla.
Quando è uscito di casa in arresto cardiaco, il medico ha detto che non rispondeva alla rianimazione e, pertanto, era già morto. Sulla questione del tampone, anche volendo, non ci sono i tempi per i risultati e poi ci sono cose non chiare che non sapeva neanche l’Associazione Territoriale Sanitaria.
Quindi l’intervento dell’Avvocato per chiedere l’esame autoptico che, a oggi, stiamo ancora aspettando. Secondo l’ospedale Fabrizio è morto il giorno venerdì 13 alle ore 11. Tutto è un po’ fumoso e poco chiaro. Adesso aspettiamo e basta.
I genitori, la sorella e il cognato di Fabrizio adesso sono i quarantena, giusto? A loro è stato fatto il tampone? “Sono in quarantena preventiva. A nessuno è stato fatto il tampone e loro stanno bene. A parte la disperazione”.
Chi era Fabrizio Marchetti? “Un ragazzo straordinario che dedicava molto tempo della sua vita ai meno fortunati, aiutava i disabili”.