Il dottor Domenico Mastrangelo, uno dei maggiori esperti di vitamina C, ha analizzato i dati mondiali sul virus: «Non è una pandemia».
I titoli dei giornali negli ultimi giorni stanno tornando a generare il panico negli italiani. Non che abbiano mai mollato la presa ma adesso hanno ricominciato a calcare la mano.
Eppure i numeri parlano di una situazione diversa. Il dottor Mastrangelo, ospite di Byoblu, ha analizzato i dati globali sul virus per mostrare la reale situazione.
Il protagonista di questa intervista è Senior Scientist presso il Dipartimento di Scienze mediche e chirurgiche dell’Università di Siena, specializzato in ematologia, oftalmologia e oncologia. È autore di diversi libri: “Smascheriamo le mascherine“, “Il tradimento di Ippocrate” e “Le falsità sull’AIDS“.
È anche uno dei massimi esperti di vitamina C e dei suoi benefici. Una sua intervista su questo argomento è stata censurata da YouTube.
Il dottor Mastrangelo ha ribadito anche in questa occasione l’importanza della vitamina C non solo come prevenzione delle malattie, compresa la Covid, ma anche come cura.
Diversi studi, come quello di Claus Washington Jungeblut, hanno confermato l’efficacia di questa molecola come antivirale. «Ma la vitamina C non fa cassa e si è preferito optare su vaccini, farmaci o sostanze più remunerative per le case farmaceutiche».
Il dottor Mastrangelo analizza i dati dell’emergenza
Dopo un breve excursus sulla vitamina C, il medico si è concentrato sull’analisi dei diversi dati per illustrare la reale situazione in cui ci troviamo.
Ha iniziato dai dati della ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control). Al 14 settembre 2020 sono riportati 4.170.299 casi positivi in Europa.
Il dottor Mastrangelo ha specificato che l’aumento che notiamo giornalmente rappresenta il numero dei positivi e non quello dei malati. Contando che in Europa vivono 744.177.000 abitanti, ha calcolato che i positivi rappresentano lo 0,5% della popolazione.
Nello specifico, tra i Paesi più colpiti, troviamo Russia 0,72%, Spagna 1,2%, Francia 0,5%, Regno Unito 0,5 e Italia 0,4%.
«Stiamo parlando di una malattia che è iniziata a dicembre in Cina. Se fosse un’epidemia questi numeri farebbero ridere tanto più se li paragoniamo con la rilevazione dei dati dell’influenza di Influnet, il portale dell’Istituto Superiore di Sanità sull’influenza».
Il dottor Mastrangelo ha quindi mostrato che il consueto monitoraggio iniziato alla quarantaduesima settimana del 2019 e terminata alla diciassettesima settimana del 2020 ha rilevato 7.595.000 casi in Italia. Non di positivi all’influenza ma di malati.
«Quindi 4.170.299 casi di Covid in tutta Europa e 7.595.000 casi di influenza solo in Italia: i dati parlano da sé. Dove sta la pandemia? Non c’è una pandemia e non c’è un’epidemia», ha affermato.
Mortalità mondiale e morti per Covid
Ha poi sottolineato l’importanza di effettuare un’analisi anche sui decessi. I dati mondiali, al 14 settembre 2020, contavano 28.871.176 casi positivi e 921.801 decessi su una popolazione mondiale di 7,8 miliardi: 0,012% di mortalità mondiale.
Importante è analizzare anche le cause delle morti: «Sappiamo benissimo, dai dati dell’ISS, che di tutti i pazienti deceduti per questa patologia solo il 5% (il 6% per l’ECDC) sono morti per la sola positività al SARS-CoV-2. Il resto avevano una, due o tre patologie già trattate con farmaci».
Quindi il dottor Mastrangelo è andato avanti con l’analisi. Considerando che dei 921.801 casi registrati solo il 4-5% muore di solo SARS-CoV-2, sono 36.872 i soggetti la cui morte sarebbe dovuta alla sola Covid: «Una mortalità mondiale dello 0,0005%».
«Non è una pandemia, non è una malattia letale. Ogni anno nel mondo muoiono 8 milioni di persone per il fumo della sigaretta ma qui abbiamo continuato a tenere i tabaccai aperti. Sono semplicemente ridicoli».
Parlando delle protezioni ha affermato: «L’homo sapiens, consentitemi la franchezza, si è sputato in faccia di tutto, senza mai usare mascherine, né altro. E siamo arrivati a essere la specie dominante su questo pianeta».
Il dottor Mastrangelo ha ricordato che pandemie con centinaia di migliaia di morti la abbiamo avute (come la peste) ma le abbiamo superate con l’igiene, l’acqua pulita, il benessere sociale, il cibo buono, la vita sana, non con i vaccini.
Dottor Mastrangelo: «Virus non isolato»
«Questo virus non è stato neanche isolato. È una sequenza di acidi nucleici inventata in un laboratorio di informatica del tutto simile alla prima SARS».
Ha confermato quello che il ricercatore Stefano Scoglio cerca di spiegare da inizio emergenza. Come riportava anche Victor Corman nell’articolo “Detection of 2019 novel coronavirus (2019-nCoV) by real-time RT-PCR” pubblicato su Eurosurveillance: «L’epidemia in corso del nuovo coronavirus emerso di recente (2019-nCoV) rappresenta una sfida per i laboratori di sanità pubblica poiché gli isolati del virus non sono disponibili».
«Quello che trovano è un pezzo di qualcosa. In realtà la sequenza che andiamo ad amplificare può essere qualsiasi cosa».
Il dottor Mastrangelo si è domandato allora cosa ci sarà all’interno del vaccino. Mentre tutti gli altri vaccini contengono il virus intero attenuto, in questo contro la Covid viene usato RNA o proteine. Perché?
Ha poi concluso con un lungo elenco di cause contro AstraZeneca, l’azienda che sta sviluppando il vaccino con l’Università di Oxford. Non ha salvato neanche altre aziende farmaceutiche che ha definito “associazioni criminali”, come ha affermato anche Peter Gotzsche, autore di Medicine letali e crimine organizzato.