Il coronavirus è arrivato in Italia e tra il panico e la psicosi generale iniziano le misure preventive. Ma davvero non ce lo aspettavamo?
Venerdì è uscita la notizia dei primi contagiati dal temuto virus cinese in Lombardia e Veneto, con il triste aggiornamento, nella serata della stessa giornata, del primo decesso.
Scatta la psicosi, è il momento della paura. Ma davvero credevamo che non sarebbe arrivato in Italia? Facciamo un po’ di chiarezza.
I primi casi di coronavirus risalgono a fine dicembre in Cina e in quel momento era stato decisamente sottovalutato e ritenuto innocuo anche dall’OMS.
Solo da metà gennaio è stato confermato che il virus era trasmissibile da uomo a uomo. E pensiamo che in quel lasso di tempo nessun contagiato si sia mosso dalla Cina?
I controlli negli aeroporti sono iniziati decisamente in ritardo. Nonostante tutte le misure adottate, il coronavirus è arrivato in Italia, come nel resto del mondo.
I media si sfregano le mani, la politica è in crisi, la sanità è in tilt: senza mascherine e senza tamponi. Non manca il teatrino nel mondo scientifico tra chi reputa il coronavirus «un’infezione appena più seria di un’influenza» e chi lo fa passare come una «pandemia letale».
In poco tempo (o troppo, a seconda delle opinioni) escono ordinanze di emergenza per contenere i contagi, molto restrittive nelle zone con più casi, meno nel resto delle regioni.
Cosa ne pensano le persone del coronavirus in Italia
Ieri ci stavamo preparando per la sfilata di Carnevale dell’oratorio quando i cellulari hanno iniziato a suonare insistentemente.
Carnevale e altri eventi annullati, scuole chiuse, Messe sospese… sembra proprio che sia una vera emergenza, vero? Ma la maggior parte delle persone non sembra pensarla così.
Qualcuno ha preso d’assalto i supermercati, svuotando gli scaffali e mettendo in difficoltà non poche famiglie e i negozianti stessi.
Altri non si sono scoraggiati e hanno portato i bimbi vestiti a festeggiare al parco e i commenti per queste misure di prevenzione andavano tutti nella stessa direzione.
Con dati alla mano, l’influenza presente adesso in Italia è molto più pericolosa del coronavirus ma nessun provvedimento è stato messo in atto.
Oltretutto, se questo virus fosse così tanto pericoloso o anche se la sola intenzione fosse contenere i contagi, lasciare aziende, uffici e negozi aperti forse non sarebbe una buona idea.
Mia figlia è a casa da scuola ma nell’azienda di mio marito lavorano senza nessun controllo: da una parte gli inservienti della mensa si sono presentati con le mascherine, dall’altro alcuni colleghi rientrano dalla malattia senza che siano stati fatti accertamenti.
Quindi a cosa serve questa ordinanza? Mio marito potrebbe portare in casa il virus e contagiare me e mia figlia che di conseguenza potremmo contagiare altre persone.
Perché se non fosse chiaro, non tutti i contagiati da coronavirus finiscono in ospedale: molte volte i sintomi sono così lievi che sono scambiati per una semplice influenza. Chi ci dice che non lo abbiamo già superato senza accorgerci di nulla?
Ascoltate le autorità ma abbiate anche pensiero critico su quello che leggete: nell’ultima settimana l’influenza ha messo a letto più di 600.000 persone in Italia, con 33 morti per complicanze… confrontate con il coronavirus.