Alberto Bagnai, senatore leghista, si dichiara contrario alla proroga o all’inasprimento delle misure restrittive. Il Senatore ha preso la parola durante il voto di fiducia al Senato.
Nel suo intervento Bagnai si dice contrario all’obbligo del Green pass: ”Stiamo parlando di un provvedimento che in buona sostanza accolla un onere economico a chi vuole esercitare il diritto al lavoro e questo non per il fatto di aver violato una norma, ma per il fatto di stare esercitando un proprio diritto”.
Bagnai si è soffermato anche su vaccini ed effetti collaterali: “Mi chiedo se il vaccino non abbia effetti avversi e, se li ha, quando vorremmo parlarne seriamente nell’interesse della collettività. Qualsiasi farmaco, anche il più banale, ha effetti collaterali. Chi ci dà la certezza che i vaccini contro la Covid siano gli unici farmaci al mondo senza effetti collaterali?”
“Con un certo sconcerto – ha aggiunto il Senatore – ho letto, a 309 giorni dall’inizio della campagna vaccinale, il primo tweet in cui L’Aifa esortava i pazienti a segnalare eventuali reazioni avverse. Non è chiaro perché, in un contesto caratterizzato da tanta incertezza, l’onere di segnalare eventuali effetti avversi sia stato lasciato ai cittadini. Oltretutto senza informarli sulle corrette procedure per farlo e inducendoli ad autocensurarsi per paura di vedersi appioppare lo stigma di novax“.
Secondo Bagnai il comportamento omissivo dell’Aifa, che non ha disposto una farmacovigilanza attiva e ha sostanzialmente disincentivato quella passiva, è radicalmente anti scientifico.
“La scienza non può progredire e le case farmaceutiche non possono migliorare i loro prodotti se non vengono raccolti i dati sugli effetti avversi. Questa scandalosa opacità, questo negazionismo non contribuisce all’autorevolezza”. Ha spiegato l’esponente della Lega.
Bagnai: immunità “naturale” discriminata
Nel suo discorso Bagnai ricorda che la copertura fornita dei vaccini dopo circa sei mesi svanisce, lo conferma il fatto stesso che si parli di terza dose.
“Viceversa – ha continuato – si stanno accumulando evidenze circa il fatto che l’immunità naturale duri almeno un anno. Dico almeno un anno semplicemente perché il poco tempo decorso dall’inizio della pandemia non ci consente di verificare che l’immunità naturale duri di più. Fatto sta che, a fronte di un’immunità naturale che dura almeno un anno, viene rilasciato un green pass che dura solo sei mesi. Viceversa, a fronte di un’immunità vaccinale che dura 6 mesi, abbiamo un green pass che dura un anno. Capite bene che è molto difficile afferrare la logica di un simile provvedimento”.