HomeIstruzioneAvvocato Tripoli: «Non c'è nessuna volontà di riaprire le scuole» - Video

Avvocato Tripoli: «Non c’è nessuna volontà di riaprire le scuole» – Video

L’avvocato Giorgia Tripoli ha pubblicato un video perché ritiene che «quello che sta emergendo in questi giorni rispetto alle condizioni di rientro a scuola sia gravissimo».

La gravità della situazione è dovuta al fatto che tutto quello che ruota attorno al rientro sarebbe «molto subdolo e implicito».

Nel caso in cui un bambino risulti positivo al tampone «la classe sarà messa in quarantena, cosa che pare già data per acquisita, ma poi eventualmente sarà messa in quarantena anche tutta la scuola».

Nel documento dell’ISS troviamo scritto a pagina 13: «Se un alunno/operatore scolastico risulta COVID-19 positivo, il DdP [Dipartimento di Prevenzione] valuterà di prescrivere la quarantena a tutti gli studenti della stessa classe e agli eventuali operatori scolastici esposti che si configurino come contatti stretti. La chiusura di una scuola o parte della stessa dovrà essere valutata dal DdP in base al numero di casi confermati e di eventuali cluster e del livello di circolazione del virus all’interno della comunità. Un singolo caso confermato in una scuola non dovrebbe determinarne la chiusura soprattutto se la trasmissione nella comunità non è elevata».

L’avvocato fa notare che nell’arco di un intero anno scolastico, in una classe di una ventina di alunni, ci sono elevate probabilità che qualcuno possa contrarre il coronavirus. «Resta da capire se al termine dei 15 giorni tutta la classe dovrà effettuare un tampone».

L’avvocato ha ipotizzato che se in una sola classe succedesse a 4-5 bambini, andrebbero persi già due mesi di scuola.

Ancora più grave potrebbe essere la situazione nell’eventualità che tutta la scuola venisse chiusa ogni volta che si trovi un tampone positivo.

«Secondo un calcolo delle probabilità questi bambini a scuola non andranno». L’iter scolastico potrebbe ridursi a qualche giorno a scuola, quarantena, tampone, qualche altro giorno a scuola, altra quarantena, altro tampone e così via.

Avvocato Tripoli: «È un piano diabolico»

«La verità è che non c’è nessuna volontà di aprire le scuole. È tutto un pour parler, sono dei quaquaraquà».

L’avvocato ha evidenziato le problematiche a livello familiare di questa assurda situazione che costringerebbe i bambini a stare a casa molte settimane.

«Un bambino non può stare a casa da solo. Chi starà con lui? Un genitore che starà in quarantena col bambino. Ma non sempre è possibile lo smart working».

Questa frequentazione a “singhiozzo” e la conseguente assenza dal lavoro del genitore potrebbe portare alla perdita del posto o a una riduzione degli incassi.

«Una perdita di reddito è una conseguenza devastante da un punto di vista economico per tutte le famiglie italiane che hanno figli in età scolare».

L’avvocato Tripoli ha affermato: «Questo è un piano diabolico perché vuol dire che i bambini si rifaranno il lockdown, solo che anziché farlo da marzo a giugno se lo faranno per tutto l’anno scolastico».

Nel periodo di quarantena i bambini non potranno uscire, non potranno fare sport e vedere nessuno.

Inoltre: dove mettiamo il bambino in quarantena? La presenza dell’altro genitore, di un fratello o di un nonno in casa rende la gestione più complicata.

C’è un ulteriore problema che si porrà nel caso in cui lo spazio non sia adeguato per mantenere le distanze con gli altri componenti della famiglia. «Finiscono tutti in lockdown? In quarantena… ma è un lockdown di nove mesi, interminabile, infinito».

Si arriverebbe al paradosso di giustificare «l’ipotesi che il bambino possa essere preso e allontanato dal nucleo familiare e messo in quarantena in qualche struttura».

L’avvocato Tripoli ha concluso: «Non c’è la volontà di aprire le scuole ma c’è una volontà subdola e implicita di rimettere l’intero paese in lockdown». Foto: Facebook

https://www.facebook.com/avvgiorgia.tripoli/videos/140474340774116