Diversi atleti sono stati costretti al ritiro o a richiedere l’intervento dei medici in campo all’Australian Open a causa dei problemi respiratori causati dall’aria resa irrespirabile dal fumo degli incendi.
Sembrano lontani i tempi in cui Melbourne era considerata la città più vivibile al mondo. Oggi le immagini dello skylight della città sembrano tratte da una scena post apocalittica, con la città avvolta in una densa nebbia nera.
Gli abitanti, soprattutto anziani e bambini, sono invitati a rimanere in casa e coloro che hanno il coraggio di uscire sono costretti a indossare mascherine protettive. Questa situazione è dovuta agli immensi incendi che stanno devastando ampie fette del paese, soprattutto la costa orientale.
Nonostante la città non sia di per sé in pericolo (gli incendi più vicini sono infatti a centinaia di chilometri di distanza), l’aria è però intossicata dai fumi e dalle ceneri trasportati dalle correnti d’aria.
Australian Open: atleti soffocati durante i match
Questa situazione non pare però spaventare gli organizzatori dell’Australian Open, uno dei quattro major del tennis professionistico, iniziato proprio in questi giorni.
Nonostante l’aria irrespirabile e le temperature molto elevate, i giocatori sono stati “costretti” a scendere in campo. The show must go on, lo spettacolo deve continuare
Già qualche giorno fa Novak Djokovic, attuale n.2 del mondo, aveva espresso preoccupazione per questa situazione, paventando anche la possibilità del rinvio di quello che i giornali locali hanno già ribattezzato “the Choke Slam”, lo Slam del soffocamento.
Craig Tiley, direttore del torneo, ha commentato: “La qualità dell’aria in loco viene misurata continuamente, e continuiamo ad ascoltare l’opinione di esperti medici, ambientali, scientifici e metereologici per decidere se ci sono le condizioni per poter giocare”.
Sembrano però soltanto rassicurazioni di facciata. Alcuni giocatori hanno dovuto richiedere l’intervento dei medici in campo per farsi aiutare con i respiratori artificiali.
La tennista slovena Dalila Jakupovic ha dovuto abbandonare un match in cui era in vantaggio a seguito di un malore. La tennista ha dichiarato: “Avevo paura di collassare. Mi sono accovacciata perché non riuscivo più a camminare”.
Ancora una volta viene da chiedersi se il business debba vincere sempre e comunque. L’Australian Open, in sole 3 settimane di durata, è in grado di fatturare la bellezza di circa 200 milioni di Euro (fonte Calcio e Finanza) e di garantire agli atleti in gara un montepremi complessivo di circa 44 milioni di euro.
Il punto di vista degli atleti sembra darlo la russa Elina Svitolina, n.5 al mondo tra le donne. Ha infatti scritto un tweet: “Perché dobbiamo aspettare che accada qualcosa di brutto per fare qualcosa di concreto?”. Lo spettacolo deve per forza continuare?
https://www.youtube.com/watch?v=ofO_wXtTKAA