HomeIstruzioneAsilo, bimba starnutisce: tampone e 14 giorni a casa, intervistata la madre

Asilo, bimba starnutisce: tampone e 14 giorni a casa, intervistata la madre

Una bambina ha starnutito all’asilo e hanno chiamato subito la mamma per portare a casa la piccola. Se le condizioni sono queste forse era meglio non riaprire?

Dopo mesi in cui l’incertezza ha regnato sovrana, è arrivata la notizia della riapertura delle scuole anche resta in dubbio la data del 14 settembre per la scuola primaria e secondaria.

Per quanto riguarda asilo nido e scuola dell’infanzia molti hanno già iniziato l’anno ma a pochissimi giorni dall’apertura cominciano i primi problemi.

Una testimonianza è stata portata da una mamma a Ogni mattina, trasmissione condotta da Adriana Volpe e Alessio Viola, in onda su TV8.

Tra le nuove disposizioni è indicato che, con febbre uguale o superiore a 37,5 °C o altra sintomatologia riconducibile alla Covid, il bambino deve tornare a casa.

I sintomi sono riportati sul sito del Ministero della Salute: brividi, tosse di recente comparsa, difficoltà respiratorie, perdita improvvisa o diminuzione dell’olfatto, perdita del gusto o alterazione del gusto, raffreddore o naso che cola, mal di gola e diarrea.

Leggendo questa lista ogni genitore può facilmente capire che l’anno sarà molto impegnativo. Chi ha un bambino che frequenta l’asilo sa benissimo che nasini che colano, febbre e mal di gola sono una costante tra i bambini.

Infatti la prova arriva a pochi giorni dall’inizio di asili e scuole dell’infanzia. La dottoressa Simona Cantaluppi, ginecologa all’ospedale Valduce a Como, ha già provato sulla sua pelle e su quella della figlia un assaggio di ciò che potrebbe succedere durante tutto l’anno.

Asilo chiama la mamma perché la figlia ha starnutito

La dottoressa Cantaluppi, ospite a Ogni mattina, ha raccontato della chiamata dell’asilo nido per uno starnuto della figlia.

«Mi è stato detto che una volta hanno dovuto anche soffiare il naso a mia figlia quella mattina. Io ero tranquilla ma un altro genitore avrebbe potuto allarmarsi».

Il vero problema, oltre al panico che si è scatenato per uno starnuto che fino a qualche mese fa non avrebbe destato nessun problema, è l’iter che ne segue.

«Mia figlia deve stare a casa tre giorni e può rientrare solo con un certificato di “non infezione da Covid in corso”, non di buona salute. Quindi dovrà fare per forza un tampone».

Sottoporre una bambina che frequenta l’asilo nido, quindi in fascia di età 0-3, a una pratica invasiva come quella del tampone solo per uno starnuto è disarmante, anche perché a breve tutti gli ospedali saranno colmi di bambini che starnutiscono o fanno un colpo di tosse.

«I tempi sono di una settimana di attesa per l’appuntamento e una settimana di attesa per l’esito. Quindi mia figlia deve stare a casa due settimane per nulla. Mia figlia non ha sintomi».

Adriana Volpe centra il problema: «E allora giù tamponi a raffica, ma dai». Anche la giornalista Sebastiani, presente in studio, ha commentato: «Per uno starnuto? Siamo nell’ambito della follia».

I problemi emersi a pochissimi giorni dalla riapertura dell’asilo rappresentano le preoccupazioni della maggior parte dei genitori. Se questo è l’iter, quanti tamponi dovrà subire in un anno un povero bambino?

Le previsioni dell’avvocato Tripoli e altre considerazioni

Qualche settimana fa l’avvocato Tripoli aveva esposto gli scenari che si sarebbero prospettati definendo tutto quello che ruotava intorno al rientro subdolo e implicito.

«La verità è che non c’è nessuna volontà di aprire le scuole. C’è una volontà subdola e implicita di rimettere l’intero paese in lockdown».

È impensabile che ogni bambino, a seguito di un banale starnuto o colpo di tosse, debba rinunciare a 14 giorni di asilo e fare il tampone, operazione non priva di rischi per un adulto figuriamoci per i bimbi.

Aveva anche esposto i disagi delle famiglie perché uno dei genitori dovrà rimanere a casa e seguire la frequentazione a singhiozzo del figlio.

Nessuno ha pensato che le assenze potrebbero causare la perdita del lavoro di un genitore? Non sempre purtroppo è possibile fare smart working.

L’augurio per i più piccoli che hanno già iniziato e per i più grandi che cominceranno a breve è che possano vivere quest’anno scolastico nel modo più sereno possibile, anche se i presupposti non sono affatto dei migliori.

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