Il Governo sembra completamente disinteressato all’opposizione di avvocati, giuristi, comitati e giudici, alla proroga dello Stato di emergenza.
Ieri il primo via libera dal Senato con 157 voti favorevoli, oggi invece la discussione si è spostata alla Camera per la proroga dell’emergenza fino al 15 ottobre.
La confusione in questo momento sembra essere sovrana. Alcuni medici ed esperti parlano del virus come scomparso clinicamente mentre altri continuano a insistere che il pericolo sia dietro l’angolo.
Anche nelle aule dei nostri deputati e senatori sembra ben lontano il raggiungimento di una posizione comune sulla proroga dello Stato di emergenza
Esperti di diritto contro la proroga dello Stato di emergenza
Più unanime il pensiero nel campo del diritto dove avvocati, giuristi e comitati hanno scritto al Governo e al capo dello Stato per esprimere perplessità.
Primo tra tutti Sabino Cassese, costituzionalista e giudice emerito della Corte Costituzionale. In un suo recente articolo ha affermato: «Protrarre lo Stato di emergenza costituisce una forzatura, sia illegittima, sia inopportuna che sproporzionata».
L’illegittimità è dovuta alla dichiarazione di uno Stato di emergenza senza una reale emergenza in atto. Questo rende la decisione anche inopportuna in quanto potrebbe scatenare delle tensioni.
Ha definito sproporzionata l’ormai scontata conferma della proroga perché le procedure urgenti che l’avrebbero motivata sono previste dalle norme esistenti.
Sono molti i comitati formati da avvocati, giuristi e altri esperti che si sono appellate alle più alte cariche istituzionali ma sembra che la loro voce sia rimasta inascoltata.
Il Comitato Rodotà è tra questi e nel testo inviato a Mattarella ha mostrato varie perplessità. Considera la proroga dello Stato di emergenza uno «strappo gravissimo dell’ordine costituzionale» senza una precisata motivazione.
«La sola presenza di sparuti focolai, peraltro circoscritti in alcune zone del Paese e a oggi perfettamente gestibili dal Servizio Sanitario, non costituisce requisito sufficiente a introdurre un regime di eccezione che consenta di derogare alla dialettica democratica di uno Stato di Diritto. Né lo stato di eccezione è giustificato dal mero timore di possibili scenari futuri, sui quali ancora nulla è dato prevedere e sui quali, peraltro, la stessa Comunità Scientifica mostra di avere opinioni divergenti», hanno continuato.
Michetti: «Verso la dittatura il passo è breve»
Ospite a Radio Radio anche Enrico Michetti, avvocato e professore universitario, che ha spiegato che noi cittadini, votando, decidiamo chi dovrà occuparsi e determinare le norme.
«Se vengono sospesi i diritti costituzionali, se lo Stato di Diritto viene messo da parte, quelle norme non valgono più niente. Sono sostituite da altre emanate da un uomo solo, da un organo monocratico, su cui i cittadini non hanno nessun potere».
«Con i poteri speciali andremo verso i pieni poteri che sono quelli tipici del dittatore. Il passo è breve purtroppo», ha aggiunto Michetti riferito alla proroga dello Stato di emergenza. Foto Conte Facebook / Cassese YouTube