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«YouTube censura il parlamento italiano» la denuncia di Sara Cunial

YouTube censura il Parlamento italianodenuncia la parlamentare Sara Cunial dopo che il social ha cancellato un suo intervento in Aula

“La Democrazia e il nostro Parlamento umiliati da YouTube – scrive la Cunial – una multinazionale privata che si permette di calpestare le leggi e la Costituzione italiana, censurando non solo la libera informazione ma addirittura un discorso in Aula di una deputata”.

Secondo la parlamentare “per la prima volta nella storia della Repubblica un parlamentare eletto dai cittadini che parla nel nome del popolo sovrano all’interno delle Istituzioni viene ritenuto “incompatibile” con i valori di un’azienda straniera che opera sul nostro territorio”.

Parla di abuso di potere da parte del social nei confronti della nostra democrazia e del popolo italiano. “Task Force e colossi del web decidono cosa è possibile sapere e cosa no, cosa è lecito pensare e cosa no. Il tutto nel silenzio assordante di chi dovrebbe tutelare i nostri diritti”.

La censura da parte di YouTube

In questi giorni YouTube aveva anche censurato il canale di una nota testata giornalistica, Radio Radio TV. A proposito di questa vicenda, proprio ieri la deputata Cunial aveva presentato un’interrogazione.

Sara scrive che “in questi mesi sono stati cancellati tanti contributi di professionisti, interviste, inchieste e approfondimenti giornalistici che, in tema di coronavirus, divergevano dalla versione ufficiale”.

Per l’ex grillina si tratta di una “vergognosa censura che ha avuto il suo culmine nell’eliminazione di un discorso di un parlamentare, pronunciato all’interno della Camera dei Deputati”.

Quindi cita l’Articolo 21 della Costituzione, ricordando il diritto all’informazione e alla libertà di espressione e di parola. “La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”.

Sara Cunial: “Non ci lasceremo censurare né ora né mai”

Nel post chiede al Governo di verificare “che la condotta delle aziende che si occupano di ospitare e divulgare contenuti informativi rispetti le leggi nazionali e i contratti stipulati in Italia, secondo la legislazione vigente”.

Poi conclude: “Se il nostro Paese invece è già stato svenduto a un manipolo di multinazionali e di lobbisti che, all’ombra degli Stati Generali, stanno banchettando per spartirsi gli ultimi brandelli della nostra amata Italia, basta che lo diciate”.

E a proposito del suo nuovo progetto, R2020: “Siamo qui apposta per riprenderci la nostra libertà: di parola, di pensiero, di respiro e di vita. Non ci lasceremo censurare né ora né mai. Se c’è una cosa che risulta incompatibile con gli “standard della community italiana” è la dittatura che in tutti modi state tentando di imporre”.

Della questione se n’è occupato anche il sito Byoblu di Caludio Messora“Se il popolo sovrano che si esprime nell’aula parlamentare viola le norme di una azienda straniera, quella azienda straniera implicitamente sta violando le norme della nostra democrazia”. Foto: Facebook