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Franco Colombo, economista: ‘Moneta nazionale, 3milioni rischiano lavoro’

L’economista e imprenditore Franco Colombo risponde ad alcune domande sulla crisi economica e avverte: “3.000.000 di persone rischiano il proprio lavoro dipendente o autonomo”.

All’inizio dell’emergenza coronavirus si è molto discusso dell’inevitabile crisi economica che avremmo dovuto affrontare nel post lockdown. A dirla tutta oggi la situazione appare anche peggiore delle previsioni.

Ne abbiamo parlato con Franco Colombo, professore alla School of Management della Lum (scuola di alta formazione dell’Università LUM Jean Monet), Presidente dell’Istituto di Ricerca IRSEU (Scienze economiche ed umane) e imprenditore nel settore Meccanico e dei Servizi.

Nel caso di un accordo sul Recovery Fund al nostro Paese spetteranno 172 miliardi di euro, di cui 81 a fondo perduto. È un aiuto o un cappio?

“Chiariamo subito una cosa che questo piano per finanziarlo, la Commissione dovrà aspettare il 2021: le garanzie per emettere titoli saranno disponibili soltanto con il nuovo bilancio pluriennale e dopo l’approvazione di tutti e 27 i Parlamenti nazionali.

Per quest’anno, quindi, le risorse disponibili saranno poche: 11,5 miliardi, che potranno essere usati per rifinanziare soltanto le politiche tradizionali ed il nuovo fondo per ricapitalizzare le imprese, come ha spiegato il commissario al Bilancio Ue Johannes Hahn.

Quindi oltre a dover valutare quello che emergerà come decisione finale dopo la discussione della proposta i tempi saranno inconciliabili con le necessità del nostro Paese che sono immediate. Poche risorse e in ritardo non sono la risposta alle esigenze di intervento che servono alla nostra Economia”.

Franco Colombo: “3.000.000 di persone rischiano il proprio lavoro”

Il presidente di confindustria Carlo Bonomi, nel corso dell’incontro “C’era una svolta. Prospettive dell’impresa italiana”, organizzato in streaming dalla Fondazione Fiera, ha parlato di 700 mila/1milione di posti di lavoro a rischio. Pensa sia una previsione corretta o sottostimata?

“Molte analisi portano a numeri anche più grandi come disoccupazione se pensiamo anche ai molti piccoli imprenditori e titolari di partita iva che dovranno cessare le proprie attività e si troveranno irrimediabilmente senza lavoro e con scarse prospettive di poterne trovare uno velocemente.

Queste stime arrivano fino a 3.000.000 di persone che rischiano il proprio lavoro dipendente o autonomo. Una situazione davvero pesante per la quale servono risposte di politica economica adeguate e tempestive per invertire questa rotta verso il baratro”.

Finora non tutti hanno ricevuto i 600 euro di marzo, la cassa integrazione tarda ad arrivare e sono davvero poche le imprese che hanno pensato di approfittare del Decreto Liquidità. Cosa pensa delle misure adottate dal governo?

“La domanda è se, alle condizioni attuali di vincoli europei o altro, si poteva fare di più? Bisogna rispondere onestamente probabilmente no, ma si poteva fare meglio quello che si è fatto. Destinando le risorse al pagamento immediato delle casse integrazioni, dando reali finanziamenti e non garanzie che le banche sembrano non voler prendere, per concedere finanziamenti alle imprese, dando contributi reali a fondo perso alle imprese e non sotto forma di fantomatici crediti di imposta per imposte che nel 2020 faticheranno ad esserci. Perché non ci saranno utili e sopratutto con un reale snellimento della Burocrazia che Decreti fiume di più di 500 articoli che rimandano ad altrettante norme e codici non danno nessuna misura tempestiva a una crisi che si è rivelata micidialmente veloce”.

“Una moneta parallela nazionale”

Non sarebbe stato meglio fare una piccola moratoria sulle tasse per tutto il 2020, senza chiedere prestiti a nessuno?

“Sarebbe bastato permettere ai Cittadini e alle Imprese di accedere alla stessa rateizzazione delle tasse accumulate fino all’anno 2020 compreso come concesso nel 2005 alla Società Sportiva Lazio Calcio che ha dilazionato un debito di 107 milioni di euro in 23 anni.

Una misura semplice che non avrebbe fatto perdere entrate allo Stato ma permesso a tutti di avere un lasso di tempo, fossero stati anche solo 10 anni, per poter onorare i propri debiti con lo Stato”.

Oggi a Roma si svolgerà una manifestazione promossa dal Movimento StopEuro, al quale mi pare di capire lei aderisce. La proposta è quella di avere una nostra moneta nazionale. È questa l’unica via possibile da percorrere?

“Servono risposte differenti a problemi inaspettati come sono quelli all’economia derivati dalla Pandemia di Covid. Vede io, da Economista, non sono mai stato un nostalgico della moneta Sovrana Nazionale, ma oggi serve quantomeno una moneta parallela Nazionale, proposta tra l’altro da molti movimenti politici già nel 2017, per permettere di far ripartire la liquidità che manca e quindi far ripartire l’economia del nostro Paese e i consumi interni che sono le leve che stanno permettendo a quegli Stati con sistemi monetari sovrani di intervenire in modo più tempestivo ed efficace per combattere la crisi economica”.