HomeSaluteAutopsie, prof Dei Tos: "Non farle non ha senso"; governo deve rispondere

Autopsie, prof Dei Tos: “Non farle non ha senso”; governo deve rispondere

Il Ministero della Salute, con una circolare, ha sconsigliato di procedere con le autopsie sui casi conclamati Covid-19. C’è una motivazione per questa decisione?

Qualche spiegazione in più ce la meritiamo e per questo l’inviato de Le Iene Alessandro Politi ha intervistato diversi medici per cercare di dare un senso ad alcuni interrogativi.

Tra gli argomenti poco chiari c’è quello delle autopsie. Infatti il ministero della Salute ha esortato i medici a non effettuarle nei pazienti che hanno contratto il coronavirus.

Nella circolare del 2 maggio si legge: «Per l’intero periodo della fase emergenziale non si dovrebbe procedere all’esecuzione di autopsie o riscontri diagnostici nei casi conclamati di COVID-19, sia se deceduti in corso di ricovero presso un reparto ospedaliero sia se deceduti presso il proprio domicilio».

Autopsie sui contagiati: il parere degli esperti

Tra i medici che hanno commentato questa decisione c’è il professor Paolo Dei Tos, dirigente di Anatomia Patologica all’Università di Padova che reputa senza senso questa direttiva.

Il professor Dei Tos non ha seguito il suggerimento della circolare e ha eseguito molte autopsie insieme ai suoi colleghi. Riteneva fondamentale scoprire dove si localizzava il virus per migliorare le terapie.

«Abbiamo compreso che non si tratta di una banale polmonite che evolve attraverso quadri di stress respiratorio acuto. Ci siamo convinti che si tratti di una patologia diversa», ha detto il professore.

La scoperta del professore è molto importante da un punto di vista terapeutico. Il dettaglio della coagulazione ha rappresentato l’arma vincente per determinare la cura.

Anche la dottoressa Gina Quaglione, direttore di Anatomia Patologiaca a Teramo, ha spiegato l’importanza delle informazioni raccolte in un’autopsia. Permettono ai medici di trovare il modo di interrompere il meccanismo che porta alla morte del paziente.

Infatti i risultati hanno fatto capire ai medici di cosa si trattava. Era «un’alterazione dell’alveolo con depositi di materiale che poi, a ritroso, comprometteva anche il cuore che non riusciva a pompare il sangue».

Quindi non solo l’ossigeno non passa perché i tessuti dei polmoni si ispessiscono ma nei capillari del polmone si formano dei micro trombi che non permettono al sangue di portare l’ossigeno al corpo. Così i medici hanno iniziato a usare anche gli anticoagulanti, tipo l’eparina, per salvare i pazienti.

Per il professor Dei Tos: «Probabilmente c’è stato un eccesso di zelo nel non esporre gli operatori a un rischio che è stato giudicato dai loro esperti non sufficientemente utile. Rinunciare a delle informazioni così importanti solo per una generica paura di contagio, ci è sembrato, da un punto di vista della sanità pubblica, non ricevibile».

L’altro aspetto fondamentale dell’esame autoptico

L’importanza delle autopsie non si limita inoltre a uno studio più approfondito della malattia dovuta al SARS-CoV-2. È fondamentale anche per risolvere l’eterno dubbio dei morti “con Covid” e “per Covid”.

Non è un argomento da sottovalutare visti i continui bollettini catastrofici della Protezione Civile, che però sul loro sito indica i decessi ancora come «In attesa di conferma ISS».

Oltre a capire come attacca l’organismo è necessario anche sapere quanto è letale davvero, visto che la media dei decessi si attesta in pazienti di circa 80 anni, con un numero variabile di patologie pregresse. Foto: Le iene