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Istat, dati assurdi: «2019 e 2018 più morti per malattie respiratorie di oggi»

Il presidente dell’ISTAT Blangiardo si prepara a studiare gli asintomatici con tamponi a tappeto: “Cercheremo di capire anche il cosiddetto effetto gregge”.

“Più che i morti per influenza, che è più difficile da attribuire come effettiva causa di morte, conviene ricordare i dati sui certificati di morte per malattie respiratorie. Nel marzo 2019 sono state 15.189 e l’anno prima erano state 16.220. Incidentalmente si rileva che sono più del corrispondente numero di decessi per Covid (12.352) dichiarati nel marzo 2020″.

Sono alcune dichiarazioni rilasciate da Gian Carlo Blangiardo, presidente dell’Istituto di statistica nazionale (ISTAT), durante una lunga e interessante intervista pubblicata da Avvenire.

Una rivelazione che ci aiuta a comprendere l’importanza dei dati e di come vengono divulgati. Troppo spesso non vengono prese in considerazione le statistiche del passato che potrebbero aiutarci ad avere una cognizione diversa dell’emergenza.

Studio ISTAT sui sintomatici

Di fatto Blangiardo fa notare che, nello stesso periodo di tempo, l’anno scorso e quello ancora prima sono morte più persone per malattie respiratorie che quest’anno per Covid-19.

Il presidente dell’ISTAT ha detto che la società studierà gli asintomatici: “Si tratterà di cogliere un campione molto ampio e rappresentativo della popolazione italiana, che sarà analizzato con procedure sanitarie: tamponi, esami del sangue, ecc.. Cercheremo di capire anche il cosiddetto effetto gregge”.

Uno studio importantissimo, soprattutto alla luce di quanto si è verificato a Castiglione d’Adda, un comune italiano di 4.646 abitanti della provincia di Lodi in Lombardia dove, su 60 donatori “Avis“, quaranta asintomatici sono risultati positivi al coronavirus.

Un dato che l’infettivologo Massimo Galli dell’ospedale Sacco di Milano, che insegna Malattie infettive all’università Statale del capoluogo lombardo, considera di grande interesse.

Galli è già in contatto con il sindaco di Castiglione d’Alla per formare una task force di persone e poter fare una valutazione a tappeto dell’intera popolazione.

“Tra i vari obiettivi – spiega l’infettologo in un’intervista rilasciata al Tg4 – renderci conto di quante delle persone che vivono lì si sono infettate e sono già da considerarsi guarite dal coronavirus. E capire se esistono ancora focolai, contenerli e suggerire indicazioni per la quarantena di chi fosse ancora infettato”. Foto: YouTube e Protezione Civile