Quanto sono pericolose le polveri sottili per la nostra salute? A rispondere a questa domanda è il professore Luca Richeldi, direttore di pneumologia al Policlinico Gemelli.
Intervistato ad Agorà, trasmissione in onda su Rai 2, condotta da Serena Bortone, il professore ha voluto anzitutto spiegare cosa sono le polveri sottili.
“Sono particelle emesse dal traffico veicolare che hanno un diametro particolarmente sottile. Le più pericolose sono quelle che hanno un diametro di due micron e mezzo”.
Per capire di cosa stiamo parlando, ci basta pensare che un micron corrisponde a un milionesimo di metro (cioè un millesimo di millimetro). “Un capello – spiega Richeldi – ha un diametro di ottanta micron, un globulo rosso ha un diametro di otto micron”.
Si tratta di particelle più piccole di un globulo rosso e, per questo, molto pericolose. “Quando respiriamo entrano nella nostra circolazione sanguigna, provocando non solo effetti a livello polmonare ma anche cerebrale, cardiovascolare, neurologico, articolare”.
Richeldi spiega che bisogna fare una distinzione tra gli effetti acuti, che avvengono poco dopo l’inalazione e quelli cronici, che avvengono nel corso degli anni.
“Quelli cronici sono malattie cardiovascolari, il tumore del polmone, infarto, ictus cerebrale. Quelle acute sono la riacutizzazione di malattie esistenti. Come ad esempio l’asma, la bronchite cronica, polmoniti oppure infezioni dell’albero respiratorio”.
Il professore fa presente che queste ricerche sono disponibili da quindici/venti anni e che prima non se ne sapeva nulla. Si è anche scoperto che questo tipo di particelle sono aumentate con l’emissione di particolari automobili.
La riduzione delle polveri sottili a Pechino durante le olimpiadi 2008
“Durante le olimpiadi del 2008 a Pechino – racconta il professore – c’è stata una riduzione drastica del traffico: questa decisione ha fatto diminuire del cinquanta per cento gli accessi al pronto soccorso per malattie respiratorie”.
A un certo punto la giornalista Serena Bortone mostra la classica mascherina che vediamo indossare agli orientali, poi chiede a Richeldi se effettivamente possono servire a ridurre i rischi.
In realtà, spiega il professore, “quelle mascherine vengono adoperato per altri motivi: le usano quando sono malati loro per proteggere gli altri”. Si tratta di maschere facciali filtranti che però risultano essere poco efficaci su particelle così piccole.
Dal momento che abbiamo appurato la “grandezza” delle polveri sottili, il professore dubita infatti che possano risolvere il problema anche se aiutano a ridurre i rischi. “L’unica reale soluzione è il controllo dell’emissione delle polveri sottili”.
La conduttrice ci informa che, secondo il rapporto dell’agenzia europea dell’ambiente sulla qualità dell’aria 2019, l’Italia sta messa peggio di altri. Alcune zone del nostro Paese, poi, sono particolarmente sfortunate dal punto di vista climatico.
“La pianura padana – spiega il professore – rappresenta un’area geografica dove le polveri sottili tendono a ristagnare quando vengono emesse”.
Fortunatamente in molte città d’Italia si stanno prendendo seri provvedimenti per controllare l’emissione di polveri sottili e, sempre secondo il professore, “lo stanno facendo anche in maniera molto efficace”.
Per non incorrere in rischi per la nostra salute, occorre anche avere buonsenso. Ad esempio meglio fare una passeggiate nei parchi, evitando di camminare in zone particolarmente trafficate, soprattutto per chi ha malattie polmonari.